Corso Istruttori Shorin-Shorei – Binasco, 7 ottobre 2018

Lo stage si è aperto come da programma con un rapido riepilogo della prima parte a terra del Daruma Taiso, per poi proseguire con la seconda parte.

Vista l’agenda molto ricca, il M° Echelli si è limitato agli esercizi standard come definiti nel programma d’esame per gli istruttori di Daruma Taiso, riservandosi le varianti e un possibile approfondimento dei legami con lo Yoga per una successiva sessione.

Sanchin è stato approcciato dal Maestro facendoci ripartire dalla camminata, sfruttando una variante dell’esercizio Kei-ho che era stato di nuovo spiegato un paio di anni fa a Sciez. Questo ci ha permesso di rimettere insieme con più ordine i vari insegnamenti relativi alla postura di Sanchin: posizione dei piedi, delle ginocchia, del bacino, e come variare il tutto in accordo alla respirazione e quindi dei vari momenti di esecuzione della tecnica di braccia.

Il Maestro ci ha divisi in coppie durante questa pratica, con un allievo che praticava Sanchin seguendo le indicazioni appena fornite e l’altro che praticava un primo check, sulla posizione e forza delle gambe e poi dell’intera postura (applicando pressione sul davanti e sul retro della testa).

Dopo la pausa, il Maestro ha riepilogato come eseguire Kote Kitae, regalando a chi scrive un momento particolarmente …intenso, per poi far iniziare agli allievi la pratica a coppie.

Conclusa questa, il Kote Gake è stato introdotto prima come esercizio di massaggio degli avambracci, per poi introdurre con più attenzione la corretta respirazione, l’attenzione al lavoro delle gambe, l’uso del chikuchi e, per finire, le varianti… a occhi chiusi e in “competizione” col compagno di allenamento.

Il Maestro ha quindi riepilogato tutto quanto visto fino a quel momento, a partire dalla pratica del Kei-ho, evidenziando come si tratti di un insieme di esercizi che preparano ai vari aspetti di esecuzione di Sanchin. Gli allievi erano pronti, a quel punto, per affrontare la parte più energica del check di Sanchin: dopo dettagliata spiegazione del Maestro, la classe è stata nuovamente divisa a coppie, con un allievo che praticava il check sul compagno che faceva da malcapitata cavia… per poi scambiarsi, ovviamente, i ruoli.

Ancora una volta, il Maestro ha riepilogato e approfondito un sacco di concetti che gli allievi con maggiore anzianità di pratica hanno già sentito tante volte, ma non si è trattato di una ripetizione quanto di un aiuto a interiorizzare un po’ meglio informazioni di una di una complessità a volte scoraggiante. Del resto tutti i praticanti assidui sanno che, mentre la testa sembra assimilare molto velocemente, il corpo per apprendere ha bisogno di tanta, tanta, tanta pazienza.

Arigato Gozai Mashita Echelli Shihan, per non demordere nel tramandare queste informazioni così fini e difficili da conservare nella pratica del Kaisai-do.